Lo stereotipo del dentista è collaudato: skipper al timone di un cabinato, veleggia verso il mare aperto. In studio è “negligente”: esegue esami radiografici senza informarsi su un presunto stato di gravidanza della paziente. Questo accade nel romanzo di Margaret Mazzantini “nessuno si salva da solo” (Mondadori 2011) da cui è tratto in film omonimo di Sergio Castellito nelle sale in questi giorni.
Delia e Gaetano (Riccardo Scamarcio) si incontrano per una cena in un ristorante, durante la quale discuteranno di come far trascorrere l’estate ai bambini (Cosmo e Nico) . Sono da poco separati. Delia ha in passato sofferto di anoressia. Bello il sorriso di Jasmine Trinca (Delia) con le tipiche erosioni da vomito sugli incisivi inferiori. La cena occupa l’intero svolgimento del film, con continui flashback viene ripercorsa la vita dei protagonisti, dall’entusiasmo dei primi anni di vita in comune, all’insorgere dei primi problemi, fino alla separazione.
Un episodio che ha fortemente influito sui rapporti tra Delia e Gaetano è stato l’aborto a cui Delia è stata costretta quando era incinta del terzo figlio. Delia si decide a farsi curare i denti , con la contrarietà di Gaetano, i cui ricordi dei primi baci erano legati all’imperfezione dei denti di Delia. Il dentista, all’oscuro della gravidanza, esegue le radiografie senza protezione, così si rende necessario l’aborto per evitare pericoli di malformazioni.
Al termine della cena Delia e Gaetano vengono avvicinati da una coppia di anziani che avevano osservato spesso a un tavolo vicino. Lui confida di essere malato di cancro: dovendo operarsi, chiede a Delia e Gaetano di pregare per lui perché, sostiene, «nessuno si salva da solo».
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