C’è necessità di ulteriori ricerche, sulla neurotossicità dall’amalgama d’argento e sul profilo di tossicologico degli altri materiali da restauro dentale. Si auspica inoltre la realizzazione di nuovi prodotti con un alto grado di biocompatibilità. Queste in sinesi le conclusioni dello SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) il comitato scientifico facente capo alla Direzione Generale per la Sanità e Protezione dei Consumatori della Commissione Europea. Lo SCENIHR valuta i possibili rischi per la salute pubblica e ha recentemente diffuso un rapporto dal titolo: The safety of dental amalgam and alternative dental restoration materials for patients and users (La sicurezza delle amalgame dentali e dei materiali da restauro alternativi per i pazienti e gli operatori sanitari)
Il parere dello SCENIHR è un aggiornamento di quello prodotto nel 2008 sulla sicurezza dell’ amalgama d’argento e dei materiali da restauro alternativi (resine composite, cementi vetroionomerici, ceramica e leghe d’oro). La Commissione ha esaminato gli ultimi studi scientifici sul tema e riconosce che l’amalgama dentale è un materiale da restauro efficace e di scelta. Rileva però una progressiva riduzione dell’ uso di amalgama a favore di materiali estetici, non contenenti mercurio, con sistemi adesivi che riducono la preparazione del dente.
Il ridotto utilizzo di mercurio è uno degli obiettivi della Comunità Europea che oggi rileva due fonti di esposizione generali per la popolazione: il consumo di pesce ( mercurio organico in forma metilica) e l’ amalgama dentale (mercurio inorganico in forma elementare), e proprio gli aspetti tossicologici di quest’ultimo sono presi in esame dallo SCENIHR.
Effetti indesiderati locali legati all’ amalgama sono sporadici come l’ insorgenza di lichen planus facilmente gestibile. Tra gli effetti sistemici è ben documentata la neuro- tossicità del mercurio soprattutto durante lo sviluppo e la tossicità renale. Alcuni studi associano l’amalgama ad patologie neurologiche o psichiatrice, ma le evidenze scientifiche in proposito sono deboli.
Il posizionamento e la rimozione delle otturazioni in amalgama dentali produce esposizione di breve durata per il paziente rispetto a lasciarla intatta. Non vi è alcuna giustificazione per rimuovere inutilmente restauri in amalgama clinicamente soddisfacenti, tranne nei pazienti con diagnosticate reazioni allergiche a uno dei costituenti della stessa. Va utilizzata molta cautela prima di posizionare qualsiasi materiale da restauro dentale in donne in gravidanza.
Per il personale sanitario esiste un rischio di esposizione al mercurio durante l’inserimento e la rimozione di otturazioni in amalgama, ma può essere del tutto annullato con l’utilizzo di procedure cliniche corrette e con i dispositivi di protezione individuale.
I materiali dentali alternativi all’ amalgama non sono esenti da problematiche. Presentano limitazioni cliniche e rischi tossicologici. Contengono una grande varietà di sostanze organiche ed inorganiche e possono subire reazioni chimiche all’interno del cavità del dente e dei tessuti molli adiacenti durante il posizionamento. Alcuni dei monomeri utilizzati sono citotossici in vitro, per le cellule della polpa e del parodonto. Vi è evidenza in vitro che alcune di queste “alternative all’amalgama” sono mutagene sebbene in tempi lunghi. Le conseguenze per la salute non sono chiare. Allergie ad alcune di queste sostanze sono state riportate, sia nei pazienti che nel personale odontoiatrico. Tuttavia le informazioni in merito sono scarse.
Lo SCENIHR conclude: le evidenze scientifiche attuali non precludono l’uso dell’ amalgama d’argento o dei materiali alternativi per restaurare un dente . La scelta del materiale deve essere basata sulle caratteristiche cliniche del paziente: dente decidui o permanente, stato di gravidanza, la presenza di allergie al mercurio o di altri componenti noti dei materiali da restauro e non ultima la clearance renale come indice di funzionalità dell’ organo.
Ancora nessun commento