Alcune forme di ipoplasia dei denti permanenti sopratutto ottavi sembrano legate all’ utilizzo di anestetici locali nell’ infanzia e nell’ adolescenza. A sostenerlo su Cell Death Discovery è un gruppo di ricercatori Cinesi e Britannici guidati da Bing Hu della Plymouth University (UK) che hanno messo in evidenza come le molecole di anestetico locale siano ancora presenti all’ interno della polpa dei denti permanenti diverse ore dopo la somministrazione e questo ridurrebbe i livelli di un enzima che svolge un ruolo importante nella replicazione cellulare. I processi fisiologici di apoptosi (=morte cellulare programmata) verrebbero in questo caso sostituiti da meccanismi di autofagia.
Sapevamo da tempo che esisteva un legame tra gli anestetici locali e le ipoplasie, ossia deficit di sviluppo, presenza di vacuoli e immaturità della polpa che precocemente può evolvere in necrosi. Gli unici dati che avevamo a disposizione – sostiene Hu – erano però quelli forniti dalla case farmaceutiche. La ricerca è stata eseguita su mandibole di maiale e su culture di cellule umane in vitro testando Articaina, Mepivacaina, Lidoacina e Xylocaina.
Lo studio ha messo in evidenza che l’autofagia indotta nella polpa dall’ anestetico è dose e tempo dipendente; le cellule della polpa sono in grado di adattarsi ma dosi elevate ed esposizioni prolungate di farmaco pongono fine ai meccanismo di protezione e generano una sofferenza pulpare irreversibile.
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