Non esiste una verità sulla quale tutti concordiamo.
Il disilicato di litio è più performante nella versione tradizionale pressostampata o se realizzato con fresaggio sottrattivo in CAD CAM?
Il laser nella tasca parodontale è efficace o non è in grado sostituisce il rootscaling nella terapia parodontale di mantenimento?
Il valore di verità di queste affermazioni non è assoluto. Siamo consapevoli di questo perchè abbiamo la convinzione o la speranza che il metodo scientifico, nato con G. Galilei porterà con il tempo a dare un valore di verità sempre maggiore ad una delle due proposizioni, fino a quando della avversativa non si parlerà più.
La ricchezza di informazioni di cui oggi disponiamo, ci rende però più resistenti al cambiamento di opinione, perchè è molto facile trovare i dati che vanno a sostegno del nostro punto di vista. Se siamo convinti che il disilicato tradizionale sia migliore tenderemo a leggere con maggiore attenzione articoli che avvalorano questa ipotesi . Su PLOS (Public Library of Science) possiamo trovare tutto e il contrario di tutto.
Questo però è solo la metà del problema. Come spiega Danny Sullivan giornalista USA fondatore del portale Search Engine Land quello di cui non siamo consapevoli è che le informazioni vengono filtrate per noi in base alle nostre convinzioni preconcette. Google il Principe dei motori di ricerca (Search Engine) fornisce risultati personalizzati in base ai nostri dati di navigazione precedenti , ai feed di Twitter e Facebook, agli acquisti realizzati su amazon o ai luoghi che abbiamo visitato.
Poichè tutto questo accade in modo invisibile, tenderemo ad acquisire sempre maggiore fiducia nelle nostre convinzioni scientifiche e nelle nostre preferenze culturali.
Questo processo può renderci più deboli come professionisti. Come possiamo decidere ragionevolmente cosa è giusto o sbagliato se non siamo esposti ad altri modi di pensare?
Rimanere prigionieri dal pregiudizio della conferma indotto da internet potrebbe non farci
cogliere il valore nel nuovo che avanza e portarci fuori dal mercato del lavoro.
Ecco 3 suggerimenti di Sullivan per ridurre al minimo le ricerche in Internet che Google customerizza sulle nostre convinzioni:
1 usa la navigazione in incognito.
2 cancella le informazioni di navigazione che il browser conserva o disattiva la cronologia dei siti visitati.
3 sui social includi tra i follower insoliti sospetti, persone che stimi ma che hanno visioni in disaccordo con la tua.
Non sempre è un vantaggio competitivo avere Google dalla propria parte!
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