Il servizio di cure  dentali   nasce nella interazione  fra due persone:  il paziente vuole risolvere un suo problema  di salute il dentista  è in grado di farlo.

Una caratteristica  degli esseri  umani è la capacità di avere emozioni  e   il  servizio di cure è  uno scambio di emozioni!

Le emozioni nascono in modo repentino e hanno manifestazioni fisiche, più o meno appariscenti. Sono nostre fedeli compagne, in tutte le situazioni: possiamo ignorarle ( ma è un peccato!) o possiamo imparare a governarle.    Saperle leggere nel paziente  è una grande risorsa; imparare a gestire le proprie è anche professionalità  da parte del terapeuta.

Lo studio delle emozioni  non compete soltanto agli psicologi  e agli artisti, la  neuro-fisiologia le definisce

come  fondamentali  stati  fisiologici  caratterizzato da identificabili cambiamenti fisici autonomi

Il loro centro di  comando è  l’amigdala  un gruppo connessioni  grigie  facente parte del sistema limbico, posto sopra il tronco cerebrale. Qui ha  sede della cosiddetta memoria emozionale.

I segnali provenienti dagli organi di senso, gli stimoli esterni,  raggiungono dapprima il talamo, poi servendosi di un circuito monosinaptico, arrivano all’amigdala ; un secondo segnale viene inviato dal talamo alla  corteccia cerebrale.  Questa ramificazione permette all’amigdala di cominciare a rispondere agli stimoli prima della corteccia. In questo modo l’amigdala è capace di analizzare ogni esperienza, scandagliando le situazioni ed ogni percezione.  Procede poi  con una scelta: accettarli o evitarli.

Quando valuta uno stimolo come pericoloso, per esempio, l’amigdala scatta come un sorta di grilletto neurale e reagisce inviando segnali di emergenza; stimola il rilascio degli ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga, (adrenalina, dopamina, noradrenalina), mobilita i centri del movimento, attiva il sistema cardiovascolare, i muscoli e l’intestino.

L’amigdala può reagire prima che la corteccia sappia che cosa sta accadendo, e questo perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente dal pensiero cosciente, e generalmente prima di esso.

Nasce un intreccio di reazioni fisiche a livello del battito cardiaco, contrazione degli arti, ritmo respiratorio, emissione di ormoni… Così uno stimolo esterno dà luogo a cambiamenti fisici legati al sistema nervoso autonomo.

Le emozioni e i ricordi si accumulano a seguito di eventi e di contatti non solo con il personale, ma anche con gli altri elementi del servizio: gli spazi,la documentazione, la cartellonistica, il web,la tecnologia, e i rapporti stessi con le altre persono che hanno vissuto esse stesse l’esperienza di paziente.

Ma le emozioni di ritorno ci sono e lasciano il segno: debole se l’impatto è in linea con quanto previsto, radicato se è stato al di là di ogni aspettativa, sia in senso positivo che negativo.

Ecco alcuni  esempi di emozioni  positive del paziente:

  • Soddisfazione nel vedere che la segretaria si è resa disponibile a cambiare la data di un appuntamento.
  • Sorpresa quando l’igienista lo saluta  chiamandolo con il nome di battesimo.
  • Felicità quando il dentista con un provvisorio immediato sull’incisivo ha risolto il problema estetico, consentendogli di partecipare a un evento serale importante
  • Gioia quando il pronto soccorso endodontico applicato un’ora prima al molare, pone fine al dolore che lo  tormentava da 48 ore.
  • Privilegio di  esclusività, quando riceve il messaggio di testo che gli ricorda l’appuntamento per il richiamo di igiene semestrale.
  • Compiacimento quando la segretaria   gli  ha offerto una seduta di igiene gratuita per risarcirlo  del pullover  accidentalmente macchiato dall’ipoclorito.

Le emozioni sono un patrimonio intimo della persona però … si vedono! Si manifestano mediante reazioni fisiche e fisiologiche: mimica facciale, rossore, respiro affannato, rigidità del corpo. Sono improvvise e durano poco. Lasciano una traccia. I ricordi, la cui sommatoria crea l’esperienza, sono un patrimonio del paziente  e stanno alla base dei suoi comportamenti successivi: passaparola positivo, indifferenza o passaparola negativo.

Fin qui abbiamo dato maggiore rilievo alle esperienze del paziente , ma sono altrettanto di valore anche quelle del personale. È importante che sappia riconoscerle e interpretarle: le sue e quelle del Paziente.

Ha una grossa responsabilità: deve essere padrone delle sue emozioni, saperle gestire in modo professionale. Qui interviene la professionalità, che non significa fingere o agire da robot sempre perfetto ed efficiente.

Occorre essere padroni di quelle reazioni che, se esibite in modo inopportuno, possono acquisire un significato negativo.  Ecco 5  esempi concreti :

1 Se un paziente  fatica a capire, e occorre ripetere più e più volte, non è opportuno palesare noia o collera o insofferenza!

2 Non si può esibire paura davanti al  paziente  nello svolgere per la prima volta un incarico: si perderebbe la sua fiducia.

3 Il successo di un  piano di trattamento proposto e accettato, è bene che venga espressa con un adeguato livello di soddisfazione.

4 Se un  paziente decide di rinviare un ciclo di cure  concordate , non può apparire sul viso la nostra  delusione.

5  E se più pazienti  hanno un comportamento non idoneo al contesto e va loro indicato come comportarsi, l’imbarazzo potrebbe attenuare l’incisività del messaggio.

 

Davis Cussotto e Erika Leonardi

 

Share