“Oggi poniamo  molta attenzione a colesterolo, fumo e ipertenzione come fattori di rischio  per l’ictus e le malattie cardiovascolari , ma le caratteristiche psicologiche individuali   sono altrettanto importanti”.  A  sostenerlo  sulle pagine di   Stroke  la rivista ufficiale dell’American Heart Association  è Susan Everson- Rose  della School of Public Health, University of Minnesota, Minneapolis (USA).

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Alti livelli di ostilità, stress e depressione si associano  infatti  a un aumento del rischio di ictus o attacco ischemico transitorio (Tia).

“Abbiamo analizzato   –  continua  S.E.Rose  –  il modo in cui i fattori psicologici possono influenzare il rischio di malattie croniche utilizzando i dati del Multi-ethnic study of atherosclerosis (Mesa). Nell’arco di due anni 6.700 adulti   non affetti da  malattie cardiovascolari, hanno compilato   appositi  questionari per valutare lo stress cronico, i sintomi depressivi e il livelli di rabbia e ostilità. (L’ostilità, è un modo negativo di vedere il mondo, è stata misurata valutando il cinismo con cui una persona vede le motivazioni altrui).

Nel follow-up, che si protratto  per oltre 8 anni, si sono verificati 147 ictus e 48   Attacchi Ischemici Transitori  (Tia), con un rischio aumentato dell’86% nelle persone che avevano totalizzato elevati punteggi per ostilità, stress o depressione.

Lo  studio dimostra    una significativa associazione tra rischio cerebrovascolare ed elevati  livelli di ostilità, stress cronico e depressione, indipendenti da altri  fattori di rischio tradizionali (ipertensione,  fumo, ipercolesterolemia).

 

Davis Cussotto

 

 

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