Molti anni fà, quando muovevo i primi passi nella libera professione di odontoiatra, ho conosciuto Marcello, collega di un paio di decenni più grande di me, professionista stimato e all’epoca Presidente ANDI nella mia città. Ho un grande debito di gratitudine nei suoi confronti per tutto quello che mi ha insegnato. La tendenza che avevo, e che oggi rivedo in molti giovani colleghi, era quella di essere molto proiettato verso l’aspetto clinico della Professione. Tutto ciò per certi versi è importante poichè spinge il giovane odontoiatra ad approfondire le conoscenze e a migliorare la qualità delle proprie prestazioni. Quando però all’epoca, decisi di creare uno studio mio, mi resi subito conto che occorreva affrontare numerose altre incombenze pena la sopravvivenza della attività appena avviata.
Seguivo in silenzio le riunioni della nostra Associazione. Ebbi subito un certo conforto al solo ascoltare le problematiche riferite dai partecipanti. Il motivo era molto semplice, quello che riferivano stava accadendo anche a chi scrive.La scena poteva essere confusa con quella di un club di autoaiuto, dove un gruppo di persone che condividono una problematica si trovano sotto la guida di un conduttore per trovare soluzioni. Marcello ascoltava le istanze di tutti. Una sera un collega, Giuseppe, viveva una forte emozione di rabbia legata a non ricordo quale normativa da applicare in studio. Marcello in silenzio lasciò che esprimesse il meglio di se in fatto di turpiloquio e concluse dicendo : “ Giuseppe, ricorda che sei un professionista!”.
Sei parole che nel tempo mi forniscono sempre nuovi spiragli e alle quali ripenso spesso.
In pratica, chi intraprendere la libera professione, Giuseppe come il sottoscritto, non può ignorare i tre concetti su cui si fonda un buon servizio di cure dentali :
- la buona clinica
- la comunicazione che talvolta deve vincere le emozioni personali che ci travolgono e che conducono all’ inefficienza.
- l’organizzazione che nasce da un pragmatico rispetto delle normative di legge
Il paziente e tutti coloro che il dentista incontra nella vita privata al di fuori degli orari di ambulatorio sono immediatamente ispirati da postura, mimica faciale, voce che palesano le nostre emozioni. In pochi istanti siamo in grado di ispirare seduzione o avversione nell’ interlocutore. La rabbia così come altre emozioni negative non favoriscono la nascita di nuove relazioni professionali e di un rapporto fiduciario.
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