Il 12 e il 13 dicembre alla  Dental School  dell’ Università di Torino si è tenuto il primo incontro del Master “Salute Orale nelle Comunità Svantaggiate e nei Paesi a basso reddito”. Il Master di primo livello, organizzato in partnership da UNI Torino e dal COI  (Cooperazione Odontoiatrica Internazionale), é aperto a laureati in Igiene, Odontoiatria e Medicina.  E’ l’unico in Italia ad occuparsi della formazione  del personale che opera nell’ambito della cooperazione internazionale e quest’anno è alla sesta edizione.

salute globale

Francesco Bassi  coordinatore del Master ha introdotto i tre relatori.

Giancarlo Vecchiati Presidente del COI ripercorre attraverso i 20 di storia della ONG ( organizzazione non governativa) l’evoluzione della cooperazione che ha superato la fase “paternalistica del dentista missionario”. Oggi non  è più  sostenibile installare ambulatori odontoiatrici in stile ” primo mondo” in territori in cui non possono essere mantenuti attivi se non per pochi mesi all’anno. Le nuove frontiere della cooperazione si basano  sull’’impoverment del personale  locale, limitando al minimo gli interventi di assistenza creando invece progetti sostenibili sui territori dei paesi a basso reddito. Massimo coinvolgimento delle municipalità locali, sinergia con altre organizzazioni  internazionali che si occupano di salute per raggiungere risultati duraturi.  Il Master svolge  un ruolo importante formando operatori che oltre alla preparazione clinica devono  conoscere le realtà locali per poter lavorare alla pari abbandonando  i cliché della missione come “dono”. L’utilizzo delle tecnologie deve essere appropriato  evitando di costruire strutture che ben presto si trasformino in cattedrali nel deserto poiché il paese che le riceve non ha tecnologia, risorse economiche o personale per mantenerle.

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Angelo Stefanini  Ricercatore presso l’Università di Bologna e Coordinatore del  Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale (CSI) introduce il concetto di “salute globale”.    Parte dalla definizione di salute secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute): “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, e  introduce  una nuova  consapevolezza che la salute è il risultato di una serie di determinanti di tipo sociale, ambientale, economico e genetico e non il semplice prodotto di una organizzazione sanitaria.   Forte è  l’impatto dei processi di globalizzazione sulla salute e sulle politiche sanitarie, per l’interdipendenza esistente tra  economica, politiche sociale e ambientali. “Globale” si riferisce anche alla natura sovranazionale dei vincoli tra gli attori coinvolti, e dell’uomo con l’ambiente circostante.      La  “salute globale” è in partica  la cornice entro la quale vanno letti  i processi di salute e malattia fortemente orientati al sociale e all’insegna della interdisciplinarietà.  La formazione in medicina dene ispirarsi al concetto di “salute globale”.  Guardare l’ Upstream ( = a monte)  dei fenomeni e cercare di interpretarli con strumenti interdisciplinari come l’antropologia o l’economia. Stefanini analizza con questa metodologia   l’epidemia di Virus Ebola contestualizzandola nei mutamenti ambientali e socioeconomici realizzatisi nell’ Africa Occidentale a partire dalla fine del colonialismo.      Numerosi studi clinici  evidenziano il  grado con cui le condizioni sociali influenzano la salute è illustrano  l’associazione tra livello d’istruzione e tassi di morbilità e mortalità di numerose malattie.      Nel 1848 Rudolf Virchow  professore all’ Università di Berlino e consigliere del cancelliere Bismark aveva già intuito queste correlazioni  e scriveva: “La medicina è una scienza sociale e la politica non è altro che medicina su larga scala”. Oggi il CSI  definisce “ la  medicina”   come “co-scienza  sociale”.

Il primo incontro si conclude con la “lectio”  di Andrea Senna  coordinatore del  Centro di Collaborazione OMS per l’Epidemiologia e l’Odontoiatria di Comunità presso la facoltà di Odontoiatria UNI Milano .  L’ epidemiologia studia la distribuzione e la frequenza delle malattie   in un territorio o in una  popolazione .  Si avvale della statistica, collabora con altre discipline come la medicina preventiva e clinica, la demografia, la sociologia. I dati che ci fornisce sono fondamentali  per ogni tipo di pianificazione.  Prevenire in medicina è importante sopratutto per il risparmio  di risorse che genera.  Ogni centesimo investito in prevenzione genera un risparmio di costi terapeutici pari ad un  Euro. 

Senna parte da uno  studio del 2006 “Indagine epidemiologica nazionale sulle condizioni dentoparodontali dei bambini di 4 e 12 anni”  (Strohmenger, Campus , Castiglia , Reali , Montagna , Minelli , Majori, Cagetti , Senna , Pizzocri J  in Doctor Os, vol. 17, nº 8, 2006, pp. 853-866) per illustrare come operativamente realizzare una indagine epidemiologica.   La carie rimane una delle patologie croniche più diffuse a livello mondiale.Lo studio citato rileva una  prevalenza del 22% a 4 anni e del 44% a 12 anni. L’indice usato per il survey è il DMFT (Decayed Missing Filled Teeth), che individua il numero di denti cariati, curati e persi e ci  dà un quadro del livello di aggressione individuale. Questo indice tende frequentemente a sottostimare la presenza della patologia, in quanto le rilevazioni sono normalmente eseguite attraverso esame visuale, mentre è l’esame radiografico  più indicato per una diagnosi precisa, non fa parte del bagaglio strumentale  dall’ “odontoiatra di   comunità”  che effettua lo screenig solitamente in un ambiente scolastico.  La  “calibratura dell’operatore” secondo il protocollo OMS è l’esercitazione pratica eseguita dagli studenti del Master.   La finalità è standardizzare il più possibile  l’esecuzione del DMFT in modo che la raccolta dati sia indipendente dagli skills dei singoli “odontoiatri di   comunità” e che  pervengano dati omogenei.

Davis Cussotto

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