Il 20 e 21  febbraio  2015 alla  Dental School  dell’ Università di Torino si è tenuto il terzo  incontro del Master “Salute Orale nelle Comunità Svantaggiate e nei Paesi a basso reddito”. Il Master organizzato  da UNI Torino e dal COI  (Cooperazione Odontoiatrica Internazionale),  ha esaminato, nella prima giornata, le problematiche di salute  orale nelle “popolazioni fragili”   ossia le fasce  sociali  deboli quali anziani, rom, indigenti.

 

COI

 

Tiziana Francone Odontoiatra  dell’ Università degli Studi di Torino  e  Simonetta Musciacchio, Igienista dentale del COI – Cooperazione Odontoiatrica Internazionale hanno presentato  “l’indagine sulla salute orale nelle popolazioni  anziane istituzionalizzate in Piemonte” . Scopo dello studio : individuare i bisogni di salute orale degli anziani nelle  Residenze Sanitarie Assistenziali e riflettere sui possibili interventi migliorativi.

Il progetto offre spunti per la didattica e si articola in 6 fasi:

1. Indagine epidemiologica

2. Elaborazione dei dati attraverso metodo statistico

3. Identificazione, formulazione e pianificazione di un possibile piano di

intervento

4. Proposta progettuale e sensibilizzazione

5. Messa in atto del progetto

6. Monitoraggio e valutazione del risultato

 

La lectio è focalizzata sul primo punto ossia sulla parte epidemiologica che procede per step successivi:

 

1 impostazione dello studio si basa sull’ analisi della letteratura esistente che consente di scegliere gli strumenti di valutazione da utilizzare nell’ indagine eseguita  da Odontoiatri e Igienisti:

A  Questionari

ADL  actities of daily living  che valuta  l’indice di autonomia

SPMSQ short portable mental status questionare che valuta il deterioramento cognitivo

GOHAI geriatric oral healt assesment index   che valuta  la percezione di salute

Estratto scheda OMS

B   esame obiettivo cavo orale

Il personale coinvolto viene preventivamente “calibrato” presso il centro di epidemiologia OMS di Milano.

 

2 la  campionatura viene realizzata dal servizio di epidemiologia dell’ ASL 5 di Torino.

Partendo dal numero di anziani istituzionalizzati in Piemonte si pianifica l’indagine

sugli  65 anni  suddivisi su tre aree geografiche (urbana, periferica e rurale) in RSA   pubbliche o private nelle province di  Torino, Cuneo, Vercelli, Biella, Asti e VCO.

3  fattibilità dell’ indagine  è finalizzata a cercare le  strutture, individuare i responsabili e presentare il progetto.

 

4 attuazione dell’ indagine  presuppone la  conoscenza  del personale di riferimento fissare  accordi, incontri tempistica e luoghi di intervento

 

5 Analisi dei risultati e valutazione in itinere con  evidenza dei bisogni e possibili risposte .

 

Il campione di 1064 soggetti visitati  si rilevano i seguenti risultati
EDENTULIA 54%

NECESSITA’ PROTESICHE 38%

TARTARO SUI DENTI/ PROTESI 64%

STATO ACUTO DI DOLORE- INFEZIONE 15%

NECESSITA’ DI INTERVENTO IMMEDIATO 14%

SCARSA PERCEZIONE DELLA SALUTE ORALE 35%

 

osservazioni:

molti edentuli sono senza protesi, le protesi quando presenti sono per lo più incongrue;

poche persone hanno espresso il desiderio di averne una;  la trascuratezza è maggiore in coloro che si autogestiscono; le Operatrici Socio Sanitarie sono un punto di riferimento importante per l’anziano ma spesso non hanno il tempo necessario per occuparsene (minutamento).

risposte possibili :

Informazione per gli anziani autosufficienti  su prevenzione ed educazione sanitaria.

Formazione  delle OSS sulle problematiche della salute orale.

 

6 Problematiche riscontrate

attese burocratiche, diffidenza degli operatori, somministrazione del GOHAI.

“Il Progetto Integrazione Rom. Un esempio di odontoiatria di comunità”   viene presentato da Michela Nigra  e da  Luca Cavallo  del COI – Cooperazione Odontoiatrica Internazionale.

Proposto dal Consorzio Intercomunale  di Servizi di Beinasco, Bruino, Orbassano, Piossasco, Rivalta di Torino e Volvera, finaziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi (FEI) ha avuto come attori il COI e la Cooperativa San Donato.

Si è posto come Obiettivo Generale :

Assicurare la tutela ai minori Rom, sostenendone l’integrazione scolastica e sociale
e come obiettivi specifici:

1. promuovere e sostenere la scolarizzazione precoce e costante

2. contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico e favorire la continuità

3. supportare i giovani nella formazione e avviamento al lavoro

4. incrementare la capacità di accoglienza delle scuole, sostenendo gli insegnanti

5. sostenere le responsabilità genitoriali e la partecipazione attiva e corresponsabile alle attività della scuola

6. favorire il dialogo interculturale fra minori stranieri e italiani e loro famiglie

7. rinforzare le competenze scolastiche, sociali, lo stato di salute e l’autostima e promuovere il protagonismo positivo dei minori Rom

8. intervenire precocemente in situazioni che potrebbero esitare in grave trascuratezza/pregiudizio per i minori

9. promuovere la cura dei bambini per aumentare il livello di benessere e salute e favorire l’accesso ai servizi

10. sostenere la genitorialità, con particolare attenzione alle madri che hanno ruolo cruciale come agenti di cambiamento e per la tutela dei figli

11. ampliare la rete locale

12. sostenere un approccio integrato e strategie interistituzionali condivise

13. promuovere una minore distanza sociale e facilitare la coesione

 

Beneficiari 199 minori in campi rom dei comuni interessati (indagine svolta tra  il settembre 2013 a giugno 2014) . Il team di lavoro ha coinvolto educatori, mediatori culturali e volontari COI.

 

Le Azioni eseguite:

A  laboratori negli insediamenti (campi nomadi):

Educazione alimentare con valorizzazione della frutta fresca (torre di vitamine)

Prevenzione con lacreazione di un portaspazzolino o con la tecnica del disegno             (sputo di colore)

Attività di screening visite con rilevo del PUFA   (Pulp involvement – Ulceration due to trauma – Fistula – Absces)

Terapia  eseguite con la Tecnica ART – Atraumatic Restorative Treatment. L’ART è una procedura odontoiatrica basata sulla rimozione del tessuto carioso usando strumenti manuali non rotanti, e sul riempimento della cavità con dei materiali restaurativi adesivi (cementi vetroionomerici a lento rilascio di fluoro). Questa tecnica è stata sviluppata per essere usata in quei paesi a basso reddito o in emergenza (guerre o altro) in cui la popolazione non può avere accesso alle cure restaurative odontoiatriche, e dove l’unica possibilità terapeutica della carie rimane l’estrazione, con conseguente perdita funzionale da parte dell’individuo.

Sigillatura dei denti integri.

Risultati:

Il 92% dei bambini visitati presentava carie (la media italiana secondo i dati OMS del 2005 è del 59,1% per i ragazzi dai 6 ai 18 anni)

 

B laboratori di informazione nelle scuole frequentate  da Bambini Rom su temi di prevenzione e salute e rendere protagonisti i bambini Rom  davanti ai compagni di classe .

 

Le Criticità dell’ attività negli insediamenti:

scarso igiene,  difficoltà a programmare, dipendenza dalle condizioni climatiche, inoltre  poca abitudine dei bambini al gioco organizzato.

Paola Ceruti docente e ricercatrice dell’  Università degli Studi di Torino porta la testimonianza  di  “the ELDERS experience” realizzato a Vancouver dalla  University of British Columbia.          Elders (= anziani) è un acronimo (Elders’  Link with  Dental  Education Research and  Service) creato da Micahel MacEntee  della UBC vero  animatore del progetto. Coniugare  Formazione  accademica ( Odontoiatri e Igienisti dentali)   Ricerca Clinica ( sui bisogni di salute orale  della popolazione anziana in RSA)  e Service  (Interventi curativi direttamente nelle RSA) è una realtà che funziona.

Interessante notare l’utilizzo della ricerca  Qualitativa  con una analisi  effettuata in modo destrutturato, in genere attraverso  interviste con domande aperte agli attori  per ricevere informazioni  di cui non si è ancora a conoscenza.

 

Alberto Salza  ricercatore, scrittore, antropologo è profondo conoscitore delle culture Africane, ama definirsi però “Analista del Campo umano”. Inizia la sua formazione accademica nel campo della  fisica teorica. Dopo l’Università riflettendo sul  paradosso di John von Neumann  (Ogni scienza è una neuro scienza perché è condizionata dal cervello del ricercatore)  orienta i sui interessi verso il “terreno umano”.              Il Concetto di “ terreno umano”  è uno spazio più ampio rispetto  Antropologia classica.   Dall’ etimo greco l’antropologia è considerata  la scienza dell’ uomo,  che studia sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, psicoevolutivo, artistico-espressivo, filosofico-religioso e in genere dal punto di vista dei suoi vari comportamenti all’interno di una società.         L’antropologia classica è nata al servizio delle potenze coloniali e ne ha costruito l’immaginario  partendo da una presunta superiorità culturale del mondo occidentale, ha da sempre alimentato l’etnocentrismo.  Occorre invece trasformare l’atteggiamento pietistico in qualcosa  di più aperto  (“la carità rende l’uomo simile ad una bestia perchè gli insegna a camminare ma lo rende ceco e non sa quindi dove andare” proverbio persiano).   Non possiamo curare chi non conosciamo, gli aspetti “culturali” interferiscono  con la  salute stessa, e  ne costituiscono il “ campo di forze” che condiziona il comportamento degli esseri umani.           L’antropologia non deve essere la mera trasposizione di schemi occidentali, ma deve proporre, e guidare verso cose nuove che siano culturalmente compatibili.                     Abbiamo scarsa considerazione e del mondo  Africano perchè non ha la scrittura in realtà in Africa gli oggetti parlano sono dei veri e proprii ontogrammi. Descrivono in taluni casi,  la cosmologia o filosofia dell’ universo (cosmogrammi) come i mandala tibetani.    Rendresi conto della ricchezza verbale degli  “oggetti che parlano”  è uno strumento di comprensione del variegato mondo culturale Africano.


Davis Cussotto

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