Il 20 e 21 marzo 2015 alla Dental School dell’ Università di Torino si è tenuto il quarto incontro del Master “Salute Orale nelle Comunità Svantaggiate e nei Paesi a basso reddito”. Il Master organizzato da UNI Torino e dal COI (Cooperazione Odontoiatrica Internazionale), ha preso in esame il profilo delle Organizzazioni Non Governative (ONG) e la Gestione del Ciclo del Progetto di (Project Cycle Management o PGM) cuore dell’ attività delle ONG stesse.
Umberto Salvi, Presidente del Consorzio ONG Piemontesi introduce il concetto di “aiuti pubblici allo sviluppo” (APS) e alla cooperazione ossia i flussi di capitali, beni o servizi che i Paesi industrializzati del Nord del mondo destinano ai Paesi del Sud del mondo (paesi in via di sviluppo PVS) per promuovere lo sviluppo economico e il benessere. L’Unione Europea è il più grande donatore mondiale. Nel 2011 ha erogato 50 miliardi di € (0,42 % PIL con un obiettivo dello 0,7%). L’Italia contribuisce con circa 2,1 miliardi € di “genuine aid” (0,13 % del PIL) A questo va sottratto il 30% di aiuto gonfiato ( cancellazione del debito, fondi erogati per rifugiati nel paese). Gli aiuti sono per lo più “legati” all’ acquisto di beni o servizi da aziende Italiane.
La solidarietà internazionale italiana nasce da una matrice cattolica legata alla “populorum progressio” che si è orientata verso l’Africa e da una matrice legata ai movimenti di liberazione e alla sinistra storica che si è orientata verso l’America Latina.
Il quadro normativo ha avuto una sua evoluzione :
1 la legge 38 del 1979 valorizza il ruolo delle ONG
2 la legge 73 del 1985 sulle emergenze nata su iniziativa dei radicali
3 la legge 49 del 1987
4 negli anni 90 nascono le leggi regionali sulla cooperazione
5 nel 2014 la legge 125 che identifica 3 attori della Cooperazione pubblica allo sviluppo (CPS)
A) l’ amministrazione dello stato, regioni, università
B) aumenta il numero di soggetti che possono accedere ai finanziamenti (le organizzazioni della società civile e gli altri soggetti senza finalità di lucro)
C) rivaluta i soggetti a fine di lucro come le imprese se agiscono in modo conforme ai principi della legge.
Soggetti della cooperazione oggi in Italia fanno parte della galassia del no profit e conta 220.000 associazioni per lo più sono fiscalmente delle ONLUS
Di queste 1400 pari allo lo 0,6% lavorano prevalentemente nella solidarietà internazionale di cui 233 ONG sono riconosciute dal Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAE)
la le ONG per la Legge 49 /87 devono risultare:
legalmente costituite
avere come fine istituzionale la cooperazione allo sviluppo
non perseguire fini di lucro
non avere rapporti di dipendenza con enti pubblici o privati aventi scopo di lucro
dare garanzie per la realizzazione delle attività
documentare esperienze operative di almeno 3 anni
accettare controlli periodici
presentare una una relazione annuale
presentare bilanci analitici (per l’idoneità)
Le ONG in Italia sono piccole hanno bilanci annuali che non arrivano a 2 milioni di €, sono localizzate prevalente al nord e sono raggruppate il alcune associazioni :FOCSIV (le cattoliche), CIPSI, COCIS,LINK, CINI .
Molte fanno capo all’ Associazione ONG Italiane AIO e credono in alcuni Valori espressi nella carta etica dell’ AIO : rispetto diritti umani, ripudio della guerra, coinvolgimento delle popolazioni e della società civile, collaborazione con i partner del sud mondo, alleanza con altre organizzazioni internazionali, rispetto delle diverse culture, Partnership, correttezza e lealtà, trasparenza finanziaria, diritto dei donatori ad una informazione esaustiva.
Le ONG operano secondo al carta etica AIO con una governace democratica, in partnership, con una corretta comunicazione interna ed esterna gestiscoscono risorse umane e finanziarie. Lavorano su progetti di educazione, sanità, formazione professionale, tutela infanzia ed adolescenza, diritti umani e sviluppo sociale sia in Italia che all’ estero. L’attività preponderante in una ONG resta però quella burocratica. Le fonti di finanziamento delle ONG arrivano dal MAE, Unione europea, e dai privati.
Investire nella cooperazione genera ricadute in termini di progetti e sviluppo non solo nei PVS ma crea anche lavoro sul nostro territorio. La cooperazione allora non è solo un atto di buona volontà ma un investimento per il futuro di tutti, nostro e del nostro prossimo, vicino e lontano. Le sfide della cooperazione oggi sono legate alla sopravvivenza delle ONG stesse costrette a chiudere per mancanza di fondi. I donatori pubblici hanno ridotto notevolmente le erogazioni e fare cooperazione non è “popolare”. Il quadro normativo non favorisce le ONG: il jobs-act con l’ abolizione dei cocopro ha provocato un aggravio di costi per le organizzazioni.
Aldo Bordigoni medico pediatra e volontario del Comitato Collaborazione Medica (CCM) ONG laica fondata a Torino nel 1968 che ha una lunga esperienza di interventi nel Burundi. Centrale per il CCM è il binomio materno infantile. L’istruzione è fondamentale: il figlio di una madre istruita ha il doppio delle probabilità di sopravvivere rispetto al figlio di una madre non istruita. Gli interventi sanitari vanno sempre affiancati dalla formazione del personale locale e dei mediatori culturali per fare presa sulle popolazioni. Bordigoni porta la sua testimonianza della morte di una donna sana, avvenuta subito dopo il parto perché necessitava di una trasfusione, e non c’era sangue disponibile. Negli anni 80 con l’epidemia di AIDS diventò difficile disporre di sangue. Prima si prendeva sangue dai perenti di chi ne aveva bisogno con la sola tipizzazione del gruppo sanguigno. I risultati migliori li abbiamo raggiunti contro il tetano neonatale, vaccinando le madri che così trasmettono gli anticorpi al bambino.
Dario Conato è responsabile del Centro Studi di Politica Internazionale, e svolge attività di ricerca e formazione su temi di relazioni internazionali. La “Gestione del Ciclo del Progetto” o Projet Cycle Management PCM è al tempo stesso lo strumento formale per la realizzazione di un progetto di cooperazione internazionale ed il parametro valutativo del “doner” (= erogatore) per la concessione dei finanziamenti. Le ONG che ricercano finanziamenti pubblici si indirizzano verso tre “doner”: il Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale MAE, Regioni Italiane che hanno una legge sulla cooperazione e la Commissione Europea che è più grande “doner” mondiale. EuropaAID è la Direzione generale della CE che gestisce i progetti di International cooperation and development. Accedono ai finanziamenti le ONG di una certa dimensione (bilanci superiori a uno o due milioni di €).
Il PMC si articola in fasi, è sempre orientato al “cliente” cioè cerca di coinvolgere e venire in contro alle esigenze di tutti i gruppi interessati (stakeholder):
1 la programmazione parte da una analisi accurata dei problemi che diventano obiettivi bel progetto.
2 identificazione esamina idee proposte, consulta i beneficiari dell’intervento e di decide su che progetto lavorare.
3 formulazione è lo studio di fattibilità del progetto con le eventuali alternative.
4 redazione formale del progetto con la sua presentazione all’agenzia erogatrice
5 Finaziamento se realizzato di stabilisce il piano di erogazione
6 Realizazione
7 valutazione finale , realizzata dall’esecutore viene presentata al Doner
Il PCM e il suo core ossia il Quadro Logico (QL) servono a rendere intellegibile i contenuti del progetto ai valutatori e consentono agli esegutori di sottoporre il progetto a una continua verifica intervenendo in itinere sulla attività progettuale, apportando modifiche e/o miglioramenti.
La Logical framework Analisys o QL è una matrice che descrive in maniera operativa gli aspetti più importanti di un progetto. Permette di verificare che l’attività sia ben progettata e costituisce un utile strumento per le successive fasi di monitoraggio e valutazione. La tabella è generalmente strutturata in 4 colonne verticali e in 5 righe orizzontali. L’incrocio delle caselle serve a spiegare la successione degli eventi, le possibili procedure di verifica dei risultati e le condizioni necessarie perché i risultati attesi possano verificarsi.
Obiettivo generale è l’obiettivo a lungo termine per i beneficiari che solitamente non può essere raggiunto con un solo progetto (esempi: ridurre la mortalità infantile, ridurre l’indice di carie)
Obiettivo specifico è solitamente il titolo del progetto, sono i mutamenti strutturali nella qualità della vita dei beneficiari, derivanti dall’utilizzo dei servizi forniti dal progetto
Risultati attesi : Servizi prodotti dal progetto che verranno lasciati a disposizione dei beneficiari.
Attività: iniziative concrete realizzate
Risorse: persone, attrezzature, fondi.
gli Indicatori sono numeri che esprimono i progressi ottenuti nel corso del progetto e alla sua conclusione. Devono essere oggettivamente verificabili.
Mezzi di verifica: Strumenti in grado di offrire la misura relativa all’ indicatore: possono essere documenti, apparecchi, metodi di rilevamento diretto.
Condizioni esterne : Fattori politici, sociali, ambientali, finanziari, al di là della portata dello staff direttivo del progetto, ma tali da influenzare il progetto stesso in modo determinante.
Il progetto verrà poi valutato sulla base di questi parametri: rilevanza, fattibilità, sostenibilità, impatto, efficacia, efficienza.
Per concludere si introduce il concetto di Partnership o partneriato è la relazione fra individui e/o organizzazioni che collaborano al raggiungimento di obiettivi concordati ed è il fondamento dei progetti di cooperazione. Per coinvolgere i partner, creando ownership in modo che ognuno senta “proprio” il progetto si applica la regola delle 4 C:
coerenza del contenuto del progetto con le rispettive politiche dei partner
coordinamento con altre strutture regionali, eventualmente con il coinvolgimento di altre direzioni regionali nel progetto
complementarità del progetto con altri programmi e progetti
concentrazione delle azioni intorno ad alcune priorità condivise.
Davis Cussotto
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