Un contributo importante alla soddisfazione del paziente  proviene dalla capacità di lavorare in gruppo. Ovvero, pur nel rispetto delle singole professionalità, quello che vive il paziente è legato al passaggio di informazioni fra più persone.

Sono 7  gli  elementi base che permettono a persone di crescere professionalmente e nel rispetto delle  diversità  di diventare un tutt’uno! Ovvero di muoversi in armonia nella stessa direzione:

1  fissa l’ obiettivo

E’ il perché le persone devono interagire . In altre parole: cosa deve succedere grazie al gioco di squadra.  Ha un ruolo determinante e condiziona tutti gli altri.

L’obiettivo va espresso con parole: semplici e chiare in modo che sia chiaro a tutti:

Due cause di fallimento:

  • dare per scontato che il pensiero possa giungere per miracolo agli altri.
  • ritenere che gli altri sappiano già.

La chiara formulazione dell’obiettivo permette di lavorare serenamente affinché:

  • tutti agiscano nella stessa direzione;
  • ogni persona sappia se assolve al ruolo e opera nel modo giusto.

2  persegui la leadership   

 rappresenta la guida nei confronti di una pluralità di soggetti.

Questo ruolo  si esprime con due  modalità:

  1. l’autorità è formalizzata e consiste nell’assegnare  le regole.
  2. l’autorevolezza la  si conquista   sul  campo,  grazie alla  capacità di mediazione, alla condivisione del proprio sapere, al riconoscimento dei contributi degli altri.

Il leader svolge 6   compiti determinanti nelle relazioni con gli altri:

1) fare complimenti e evidenzia le carenze.

2) agire

3) rispondere delle azioni degli altri, (e lamentele dei pazienti,  in quanto assegna compiti e ruoli.

4) sorvegliare l’operato degli altri

5) impegnarsi per sé ma anche per gli altri del team

6)  condurre, caricare e motivare.

Non sempre le cose vanno nel modo giusto. Ed è qui che si vede il ruolo del leader e la forza del gruppo: far fronte insieme e prontamente agli imprevisti poco graditi, con prontezza, serenità e inventiva.

3 assegnazione i ruoli.

Nascono dalle competenze e dalle capacità, ma possono essere collegati anche agli aspetti caratteriali.

Tradizionalmente possiamo suddividere le attività del personale ausiliario in :

  1. mansioni di assistenza alla poltrona: preparazione, assistenza, riordino;
  2. mansioni di segreteria.

Se  il volume di lavoro lo consente e le impiegate sono più di una, è conveniente suddividere le due attività .

Certo,  entrambe devono conoscere per sostituzioni reciproche ,  il lavoro dell’ altra.  La doppia specializzazione – assistente e segretaria – è un valore aggiunto in fatto di organizzazione e comunicazione .

4  illustra il metodo

Riguarda la  modalità di esecuzione delle varie procedure  di lavoro.

Mette a punto le attività, l’uso di apparecchiature, la manutenzione e il riordino, gli strumenti di comunicazione, i controlli.

Deve essere esposto in modo chiaro e semplice. E soprattutto condiviso.

Dovrà far emergere come le abilità e le competenze di ognuno si integrano per produrre un qualcosa che nessuno da solo potrebbe portare a compimento.

Ben venga la redazione di un testo sotto forma di istruzione   che può essere una semplice check list ( le 10 cose che fa l’assistente che apre lo studio…) o un Ordine di Servizio  (come decontaminare, detergere, sterilizzare e conservare i ferri), un protocollo di sala (cosa occorre preparare per un ritrattamento endodontico).

5   cura la comunicazione

È un  elemento importante perché dall’ atto comunicativo non emerge  solo il contenuto, ovvero il messaggio ma viene a galla in modo preponderante il tipo di relazione che si stabilisce:

  • relazione collaborativa
  • relazione avversa

Ad esempio: parole semplici e chiare, possono assumere significati ben diversi in relazione alle componenti non-verbali.  Pensate alla voce: il  tono, le inflessioni, il volume, le pause. Ancor di più incidono componenti espressi dal corpo: l’indirizzamento dello sguardo, la mimica facciale, la postura, le gestualità, la distanza.

Se nel lavorare in insieme c’è qualche ruggine, questa,  a parità di parole consuete, riaffiora nel non verbale, nei messaggi del corpo: stesse parole espresse con voce o corpo differenti, creano messaggi dal tono e significato diversissimi.  Un esempio semplice,  un saluto: “Ciao, Elena! Ci siamo. È  pronta la sala?”

Nella versione di buona comunicazione sono accompagnate da voce con tono gradevole e volume adeguato, giuste pause, sguardo occhi con occhi, sorriso sincero, postura rilassata, gestualità delle mani morbida.

induce emozione di  grande cordialità e disponibilità

Nella versione  cattiva  comunicazione:  lo sguardo è rivolto altrove, la voce è sommessa, il tono è perentorio, la postura è rigida, le mani sono impegnate a fare altro, o in tasca … (il significato del messaggio appartiene ad un’altra galassia)

induce emozione di  avversione e di discordia

6   coltiva il clima positivo

L’altro elemento a corredo è clima. Elemento soft, lo possiamo definire energia che circola fra le persone durante l’attività lavorativa. Può esprimere stima e supporto, oppure competizione e rigidità.   E’ influenzato dagli aspetti non verbali della comunicazione, può favorire o minare il raggiungimento dell’obiettivo.

A differenza del clima metereologico non ci sono grandezze fisiche per misurarlo, ma il paziente appena entra in studio semplicemente lo tocca.

7  punta alla crescita

Se la chiarezza dell’obiettivo, il ruolo del leader, l’assegnazione dei ruoli e la formulazione del metodo, sono ben definiti, avremo buone probabilità di creare una comunicazione efficace e un clima lavorativo sereno, immediatamente percepito dal paziente.

Con il consolidamento dei 7  elementi, lavorare insieme rappresenta una opportunità di crescita: si impara sempre qualcosa! L’apprendimento diventa fonte di piacere sapere cose nuove di un altro campo, così come imparare dagli  altri a smussare gli stili di comportamento.

Il gruppo a seguito della frequentazione lavorativa può acquisire nuove capacità nel procedere con maggiore fluidità nelle attività, nel risolvere i problemi, nell’accelerare l’iter, e a trovare nuove soluzioni creative (la creatività è unire cose diverse, Steve Jobs).

Davis Cussotto ed Erika Leonardi

 

 

 

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