trauma Il minore che si presenta in visita dal dentista con lesioni traumatiche oro-faciali, potrebbe essere stato oggetto di abusi e di violenze. Sul numero di marzo di JAMA (Journal of the American Dental Association) Sheela Raja Psicologa, ha pubblicato un articolo con le linee guida (trauma-informed care pyramid) per il trattamento di questi pazienti.
Raja Professore Associato alla University of Illinois, ha condotto una ricerca con un gruppo di Medici ed Odontoiatri presso il Dipartimento di Odontoiatria Pediatrica del suo ateneo a cui afferiscono pazienti da tutta l’area metropolitana di Chicago.
Le vittime di violenza domestica possono rivolgersi al dentista per essere curare. Nel 50% dei casi sono presenti lesioni oro-faciali o al capo in genere. La cavità orale è anche un sito bersaglio dalla violenza sessuale sui minori.
Ogni volta che ci troviamo di fronte a una lesione oro-faciale e la spiegazione dell’ accaduto non sembra convincente occorre sospettare la violenza. A questo punto l’approccio è fondamentale. La vittima di abusi solitamente ha dei meccanismi di difesa, sviluppa ansia e tende a non fidarsi del normale approccio terapeutico; il fatto di essere “toccati” di utilizzare un aspirasaliva o altri strumenti può evocare ossessivi ricordi traumatici.
Per orientare il dentista generico Raja e il suo team hanno messo a punto una guida al trattamento “ il trauma-informed care pyramid “ che si articola su tre livelli:

1° step
il primo approccio si basa su uno stretto controllo della situazione utilizzando la tecnica classica del “tell, show, do” (parla, mostra ciò che farai e agisci) e mostrando la carrellata delle possibilità terapeutiche. Tutto questo aiuta a tranquillizzare e a creare un clima di fiducia.

2° step
comprendere gli effetti che il trauma ha avuto sulla salute del paziente eventualmente con la collaborazione di altri specialisti ; creare una rete di professionisti interni o esterni allo studio a cui richiedere se necessario la consulenza. Il paziente ha un vissuto di eventi stressanti nella vita, l’approccio “non giudicante” e l’ascolto attivo sono la base per instaurare l’alleanza terapeutica.
Il dentista dovrebbe avere una formazione specifica per comunicare in modo assertivo e non lasciarsi coinvolgere emotivamente dalla storia e dai vissuti del paziente.

3° step
la valutazione delle conseguenze del trauma sulla salute orale e la formulazione di un piano di trattamento odontoiatrico.

twitter@daviscussotto

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