Desta preoccupazione osservare l’agenda mensile degli appuntamenti  e vedere che il numero di prime visite è inferiore a quello atteso.   Decidere di investire in costose campagne di marketing per cercare di  “rianimare” lo studio, non sempre  è la  strada  migliore. A sostenerlo  sulle pagine del DrBicuspid è  Curtis Marshall consulente di gestione.  Meglio cercare di comprendere il problema   prendendo  in esame 3   indici economici su base mensile :

1 Visite diagnostiche : è il numero delle visite    eseguite  su pazienti  nuovi o già inseriti nel nostro data base  per esempio  sui  pazienti che vengono al richiamo di igiene.

2 Percentuale di diagnosi:  numero di visite  diagnostiche diviso il numero piani di trattamento proposti

3 Percentuale di accettazione:   numero di pazienti che accettano i piani di trattamento proposti

prime visite

Spesso, ci spiega Marshall,  il dentista non considera l’importanza dei pazienti che ogni giorno ha  in studio   per la seduta di igiene e che   vanno ad accrescere il numero di “visite diagnostiche”  su indicazione dell’ ’igienista che rileva  situazioni critiche o   su richiesta del paziente stesso che approfitta del controllo di igiene per segnalare problematiche  insorte precedentemente.

Stando all’ epidemiologia delle patologie orali , spiega Marshall, il 50% delle visite diagnostiche   deve produrre un piano di trattamento (percentuale di diagnosi).  Se siamo  al disotto di questo valore, se solo il 30/40 % delle visite  diagnostiche sfocia in un PT,  la responsabilità è  del dentista che deve porre  attenzione a due aspetti:

  1. dotarsi della giusta strumentazione diagnostica ( specillo, sonda parodontale, rx digitali, videocamera, rivelatori di carie ecc) e formarsi con appositi corsi sul tema.
  2. abbandonare  l’atteggiamento  “buonista “  nei confronti  del paziente.  Se intercettiamo una situazione clinica che necessita di un approfondimento diagnostico, ma rinunciamo a farlo perchè  inconsciamente riteniamo che il paziente non abbaia il tempo o le risorse per quel piano di cure, non lavoriamo nell’interessi del paziente.

Il clinico deve fare  la diagnosi stilando  il piano di trattamento; tempi e denaro sono di competenza della segreteria, che è   specializzata a   gestire queste situazioni.         La percentuale di accettazione  è il vero motore economico dello studio   ma  trova il suo fondamento sui  sue parametri precedenti.

Davis Cussotto

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