Il primo ricordo che ho di nonna Peme è il profumo del pollo cotto su un letto di riso e verdure degli orti o il burek, la pasta sfoglia ripiena di patate e formaggio che affettava per i nipotini . La vigilia delle feste, con gioia la aiutavamo a preparare il baklava, leccandoci poi le dita intinte nel miele. Con i bambini di Librazha giocavo a nascondino nei bunker intorno al paese o correvo lungo le sponde del Shkumbini che scende a volte lento a volte impetuoso verso il mare Adriatico. Di bunker in cemento grigio, Peme, ne ha visti nascere tanti negli anni settanta quanto Hohxa temeva invasioni da oriente e da occidente e ancora oggi “il Paese delle Aquile”ne è disseminato. A Peme piaceva raccontare ed io bambina, ascoltavo con attenzione la fiaba del lupo che tentava di farsi aprire la porta dalle sette caprette e poi finiva a mollo nell’ acqua bollente. I racconti di Peme che di facevano stare a bocca aperta erano le storie del nostro villaggio di Librazha, 8000 abitanti sulle pendici dei Balcani a 85 km da Tirana nell’alta valle del Shkumbini a poca distanza dal confine con la Macedonia.

Berliner R 107Nata nel 1927 Peme  ricorda   con piacere la  scuola elementare ai tempi del “duce” e il suono della lingua   del “paese di fronte”  attraverso la  “propaganda”  degli uomini con la camicia nera o  i canti dei soldati  in libera uscita dalla Caserma  delle Guardie di Frontiera  a  Librazha.  Ricordi piacevoli anche se la moglie  di suo padre, risposatosi poiché rimasto  vedovo  dopo la nascita di Peme, non la amava.   La guerra  e poi l’arrivo  a   Librazha nell’autunno del 1943 di soldati con la divisa di colore scuro,  venivano  dal Nord, parlavano un’ altra lingua  e  misero in fuga i   “militari del paese di fronte”.   L’anno dopo anche i nuovi arrivati fuggono,   il “Paese delle Aquile” è liberato ed inizia  l’ era  di  Enver Hohxa,  stalinista fin dalla prima ora, con la morte del suo Mentore e la destalinizzazione  di Kruscev bolla di revisionismo tutti i regimi socialisti dell’ Est Europeo  isolando   “il paese delle Aquile” dall’ est e dall’ ovest.  Peme diventa mamma  con grandi preoccupazioni, per i figli da crescere.  La “sekurimi” la polizia di regime e  spietata con  tutti.   Nel 78 vengono ritrovate nel Shkumbini le teste mozzate  di  Vilson Blloshmi  e di un suo amico,   due poeti ventenni di  Librazha. Vilson aveva scritto una poesia dal titolo Sahara in cui paragonava la “Nazione” al grande deserto.  Io nasco nell’ 88, tre anni dopo la morte di Hohxa, e  mi chiamo Rida .Ero molto piccola  il 20 febbraio del 1991 quando la TV “del paese fronte” ha trasmesso le immagini dell’ abbattimento della grande statua di Hohxa a piazza Scandenberg a Tirana.  L’euforia e subito nuove preoccupazioni per Peme,la guerra dei Balcani infuria  a   Nord   molti  nostri compaesani scendono a Durazzo per imbarcarsi  e raggiungere il “paese di fronte”.   Nel 1998 prima di partire nonna Peme mi abbraccia.  Con la mia famiglia ho raggiunto Magdburg in Germania  e dopo 3 anni  Asti  nel “paese di fronte”. Come nonna Peme non  ho avuto difficoltà  a imparare la nuova lingua, dopo il liceo mi sono Laureata all’ Università di Torino in Igiene Dentale .   Mi  piace leggere e  scrivere forse saranno stati i racconti di nonna Peme.  Quando vado a trovarla mi abbraccia orgogliosa.

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